Mobilitazione degli operatori sociali il 27 aprile ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
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Mobilitazione degli operatori sociali il 27 aprile ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
LA COOPERAZIONE SOCIALE DI AGCI LAZIO SOLIDARIETA’
aderisce alla
Mobilitazione degli operatori sociali il 27 aprile ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
Organizzano "Il Welfare non è un lusso" e "Roma Social Pride" (Napoli, Roma, Genova). Ha aderito anche la campagna I diritti alzano la voce
Il comitato campano Il welfare non è un lusso e il Roma Social Pride - impegnati da mesi in azioni pubbliche in favore del welfare e di condizioni di lavoro dignitose per le organizzazioni di terzo settore - organizzano, il 27 aprile prossimo, una mobilitazione nazionale che avrà luogo a Napoli, a Roma, ma anche a Genova, dove una rete di operatori ha deciso anch'essa di agire per le stesse finalità.
Alla mobilitazione ha aderito anche la campagna I diritti alzano la voce.
MOBILITAZIONE NAZIONALE 27 APRILE 2011
Napoli, Roma, Genova
Il Welfare non è un lusso!
La crisi economica mette in ginocchio i cittadini,
le istituzioni, gli enti locali e lo Stato battono in ritirata,
lasciando completamente sole le persone e le famiglie,
con l'incredibile riduzione delle risorse dei fondi nazionali per le politiche sociali.
Una riduzione di quasi l'80%!
Siamo al collasso.
Saranno le persone più a rischio di emarginazione a pagare tali sciagurate scelte politiche.
Per garantire la qualità dei servizi, la dignità degli operatori sociali e i diritti di cittadinanza!
PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA MOBILITAZIONE!
ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
NAPOLI: P.zza Dante, ore 9.30 Genova: P.zza De Ferrari
PIATTAFORMA DI MOBILITAZIONE
Proprio nel momento in cui i cittadini dovrebbero poter contare sulle Istituzioni per superare le gravi difficoltà provocate dalla crisi economica, lo Stato batte in ritirata, lascia completamente sole le persone e le famiglie, con l’incredibile riduzione delle risorse dei fondi nazionali per le politiche sociali: i finanziamenti passano dai 2 miliardi 527 milioni a poco più di 545 milioni previsti per il 2011.
Una riduzione di quasi l’80%
Siamo al collasso. Saranno le persone più a rischio di emarginazione a pagare questa sciagurate scelte politiche.
La spesa sociale pro-capite, che finanzia interventi di assistenza e sostegno sociale, va dai circa 33 euro della Campania ai 344 della Valle d’Aosta e continua ad essere molto più bassa nel Sud, nonostante da otto anni il mezzogiorno cresca meno del Centro-Nord. con una povertà diffusa che coinvolge quasi il 23% delle famiglie.
Bisogna tornare ad investire sulle Politiche Sociali per raggiungere obbiettivi di coesione e di inclusione sociale, di sicurezza, di salute, di promozione della legalità e della qualità della vita dei cittadini.
Non vogliamo che il Welfare si trasformi in pura carità o assistenzialismo.
Vogliamo un modello di Welfare che risponda ai bisogni concreti delle persone e tuteli i diritti di cittadinanza come diritti costituzionali, in un rigoroso federalismo solidale.
Le politiche sociali non possono essere marginali: vogliamo un Welfare come volano dello sviluppo, che non può essere più costruito su pratiche di delega degli interventi e dei servizi sociali al Terzo Settore, a costi ridotti. Un Welfare che si basi invece sull’integrazione dell’intervento fra il sistema pubblico e le organizzazioni no profit e le Cooperative Sociali, nel rispetto reciproco dei diversi ruoli, nel riconoscimento della dignità del lavoro sociali.
Le Organizzazioni promotrici della mobilitazione chiedono al Governo:
Di rinunciare ai tagli della spesa sociale, con ripristino delle risorse economiche del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e del Fondo per la Non Autosufficienza
Di definire i Livelli Essenziali di Assistenza
Di introdurre misure di contrasto alla Povertà
Per garantire la qualità dei servizi, la dignità degli operatori sociali e i diritti di cittadinanza
aderisce alla
Mobilitazione degli operatori sociali il 27 aprile ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
Organizzano "Il Welfare non è un lusso" e "Roma Social Pride" (Napoli, Roma, Genova). Ha aderito anche la campagna I diritti alzano la voce
Il comitato campano Il welfare non è un lusso e il Roma Social Pride - impegnati da mesi in azioni pubbliche in favore del welfare e di condizioni di lavoro dignitose per le organizzazioni di terzo settore - organizzano, il 27 aprile prossimo, una mobilitazione nazionale che avrà luogo a Napoli, a Roma, ma anche a Genova, dove una rete di operatori ha deciso anch'essa di agire per le stesse finalità.
Alla mobilitazione ha aderito anche la campagna I diritti alzano la voce.
MOBILITAZIONE NAZIONALE 27 APRILE 2011
Napoli, Roma, Genova
Il Welfare non è un lusso!
La crisi economica mette in ginocchio i cittadini,
le istituzioni, gli enti locali e lo Stato battono in ritirata,
lasciando completamente sole le persone e le famiglie,
con l'incredibile riduzione delle risorse dei fondi nazionali per le politiche sociali.
Una riduzione di quasi l'80%!
Siamo al collasso.
Saranno le persone più a rischio di emarginazione a pagare tali sciagurate scelte politiche.
Per garantire la qualità dei servizi, la dignità degli operatori sociali e i diritti di cittadinanza!
PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA MOBILITAZIONE!
ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
NAPOLI: P.zza Dante, ore 9.30 Genova: P.zza De Ferrari
PIATTAFORMA DI MOBILITAZIONE
Proprio nel momento in cui i cittadini dovrebbero poter contare sulle Istituzioni per superare le gravi difficoltà provocate dalla crisi economica, lo Stato batte in ritirata, lascia completamente sole le persone e le famiglie, con l’incredibile riduzione delle risorse dei fondi nazionali per le politiche sociali: i finanziamenti passano dai 2 miliardi 527 milioni a poco più di 545 milioni previsti per il 2011.
Una riduzione di quasi l’80%
Siamo al collasso. Saranno le persone più a rischio di emarginazione a pagare questa sciagurate scelte politiche.
La spesa sociale pro-capite, che finanzia interventi di assistenza e sostegno sociale, va dai circa 33 euro della Campania ai 344 della Valle d’Aosta e continua ad essere molto più bassa nel Sud, nonostante da otto anni il mezzogiorno cresca meno del Centro-Nord. con una povertà diffusa che coinvolge quasi il 23% delle famiglie.
Bisogna tornare ad investire sulle Politiche Sociali per raggiungere obbiettivi di coesione e di inclusione sociale, di sicurezza, di salute, di promozione della legalità e della qualità della vita dei cittadini.
Non vogliamo che il Welfare si trasformi in pura carità o assistenzialismo.
Vogliamo un modello di Welfare che risponda ai bisogni concreti delle persone e tuteli i diritti di cittadinanza come diritti costituzionali, in un rigoroso federalismo solidale.
Le politiche sociali non possono essere marginali: vogliamo un Welfare come volano dello sviluppo, che non può essere più costruito su pratiche di delega degli interventi e dei servizi sociali al Terzo Settore, a costi ridotti. Un Welfare che si basi invece sull’integrazione dell’intervento fra il sistema pubblico e le organizzazioni no profit e le Cooperative Sociali, nel rispetto reciproco dei diversi ruoli, nel riconoscimento della dignità del lavoro sociali.
Le Organizzazioni promotrici della mobilitazione chiedono al Governo:
Di rinunciare ai tagli della spesa sociale, con ripristino delle risorse economiche del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e del Fondo per la Non Autosufficienza
Di definire i Livelli Essenziali di Assistenza
Di introdurre misure di contrasto alla Povertà
Per garantire la qualità dei servizi, la dignità degli operatori sociali e i diritti di cittadinanza
Re: Mobilitazione degli operatori sociali il 27 aprile ROMA: Scalinata del Campidoglio, ore 10.30
ROMA. “Ti chiedo di esistere”, “Tagli: nuovi strumenti di welfare”, “A.A.A. operatori sociali offresi”, “Roma, capitale dei buffi ai fornitori di servizi”. E poi 6 birilli in bilico alti più o meno 2 metri con su scritto “Giovani, disabili, immigrati, anziani, bambini e rom”. Sono questi gli slogan e le immagini che hanno caratterizzato la manifestazione nazionale “Il welfare non è un lusso”, promossa nella capitale dal Roma Social Pride.
Ovvero il Coordinamento cittadino di associazioni e cooperative cui hanno aderito anche la Fish, l’Avi di Roma, la Rete dei municipi di centrosinistra riuniti nella sigla di Roma Social Club e anche Cgil, Cobas, e le principali forze di opposizione della città e della regione. Dal Pd alla Federazione della sinistra, da Sel all’Italia dei Valori, nessuno ha fatto mancare il suo contributo al dibattito.
In contemporanea anche a Genova -dove le cifre parlano di 1.500 partecipanti- e a Napoli, dove oltre 2 mila persone hanno manifestato lo stesso disagio e disappunto – la manifestazione di Roma ha visto una scalinata del Campidoglio piena di persone, amministratori locali cittadini e regionali, operatori sociali, cooperative sociali, cittadini e utenti.
“Roma, Napoli, Genova: che il welfare non sia un lusso -ha dichiarato Carlo De Angelis, portavoce del Roma Social Pride– lo si crede ormai in tutta Italia. Subiamo tutti tagli nazionali che colpiscono in primis il territorio e le sue persone: l’associazionismo locale, l’organizzazione e la qualità dei servizi, la rete del lavoro di welfare. Roma poi ci ha messo del suo, attivando nuove politiche di organizzazione del welfare: tutto torna centralizzato e appaltato a macrostrutture. Sparisce il territorio, la persona, il servizio come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. L’esempio è il bilancio di previsione 2011 che stanzia 187 milioni per le politiche sociali, con una spesa annua a persona di 53 euro rispetto ai 270 milioni del 2009 per un corrispettivo a persona di 77. Se questa tendenza venisse confermata è la vittoria della logica del risparmio”.
Intorno alle 12 una delegazione è stata ricevuta dall’assessore al Bilancio del comune di Roma Lamanda. “Ci dice che il bilancio 2011 -fa presente Carlo De Angelis– non subirà tagli rispetto a quello del 2010″. L’assessore sostiene di non aver toccato niente e si dichiara disponibile al confronto: “Vedremo, noi di certo non torniamo indietro, i servizi sociali sono il motore dello sviluppo”.
Grande rammarico per il fatto che della nostra cooperativa sono intervenute unicamente 7 persone (6 dell'ufficio e 1 operatore).
Ovvero il Coordinamento cittadino di associazioni e cooperative cui hanno aderito anche la Fish, l’Avi di Roma, la Rete dei municipi di centrosinistra riuniti nella sigla di Roma Social Club e anche Cgil, Cobas, e le principali forze di opposizione della città e della regione. Dal Pd alla Federazione della sinistra, da Sel all’Italia dei Valori, nessuno ha fatto mancare il suo contributo al dibattito.
In contemporanea anche a Genova -dove le cifre parlano di 1.500 partecipanti- e a Napoli, dove oltre 2 mila persone hanno manifestato lo stesso disagio e disappunto – la manifestazione di Roma ha visto una scalinata del Campidoglio piena di persone, amministratori locali cittadini e regionali, operatori sociali, cooperative sociali, cittadini e utenti.
“Roma, Napoli, Genova: che il welfare non sia un lusso -ha dichiarato Carlo De Angelis, portavoce del Roma Social Pride– lo si crede ormai in tutta Italia. Subiamo tutti tagli nazionali che colpiscono in primis il territorio e le sue persone: l’associazionismo locale, l’organizzazione e la qualità dei servizi, la rete del lavoro di welfare. Roma poi ci ha messo del suo, attivando nuove politiche di organizzazione del welfare: tutto torna centralizzato e appaltato a macrostrutture. Sparisce il territorio, la persona, il servizio come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. L’esempio è il bilancio di previsione 2011 che stanzia 187 milioni per le politiche sociali, con una spesa annua a persona di 53 euro rispetto ai 270 milioni del 2009 per un corrispettivo a persona di 77. Se questa tendenza venisse confermata è la vittoria della logica del risparmio”.
Intorno alle 12 una delegazione è stata ricevuta dall’assessore al Bilancio del comune di Roma Lamanda. “Ci dice che il bilancio 2011 -fa presente Carlo De Angelis– non subirà tagli rispetto a quello del 2010″. L’assessore sostiene di non aver toccato niente e si dichiara disponibile al confronto: “Vedremo, noi di certo non torniamo indietro, i servizi sociali sono il motore dello sviluppo”.
Grande rammarico per il fatto che della nostra cooperativa sono intervenute unicamente 7 persone (6 dell'ufficio e 1 operatore).
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